Audrey Jr.: Ho fame. Nutrimi!
Gravis Mushnik: Non ho sentito…
Audrey Jr.: NUTRIMI!
Gravis Mushnik: Ho sentito! Allora, chi vuoi per cena stasera?
Audrey Jr.: Tu sei abbastanza in carne…

 

The Little Shop of Horrors, uscito nel 1960 è un film di poco più di un’ora e girato in soli due giorni come ha ammesso lo stesso regista Roger Corman. In sostanza si tratta di un classico B-movie. Realizzato quasi interamente all’interno di un negozio di piante riutilizzando l’ambientazione di un precedente film (A Bucket of Blood), questa black comedy è senza dubbio una delle più riuscite di Corman, regista famoso per aver sfornato horror a basso costo che hanno sempre fatto il pieno di incassi (tanto da fargli scrivere il libro intitolato “Come ho fatto cento film ad Hollywood senza mai perdere un dollaro”).

La storia si svolge in un negozio di fiori di un sobborgo di New York. Gli affari per Gravis Mushnick non vanno molto bene e in questo non è aiutato certamente dal suo giovane commesso, Seymour Krelboyne. Imbranato, appassionato di botanica e con una madre felicemente ipocondriaca, il ragazzo è vicino al licenziamento quando rivela a Mushnick di aver creato una strana pianta. Il fioraio, sperando di far decollare gli affari nel negozio, concede credito al suo apprendista e alla pianta, soprannominata “Audrey Junior” in onore di Audrey, l’altra commessa del fioraio di cui Seymoir è segretamente innamorato. In breve il giovane scopre che la pianta per crescere si deve nutrire di sangue, così per mantenere il suo posto di lavoro e per alimentare la creatura che nel frattempo ha attirato numerosi curiosi nel negozio di fiori, egli deve procurare ogni sera una vittima a Audrey Junior.

Senza dubbio il film deve parte del suo brio e della sua godibilità al soggettista e sceneggiatore Charles B. Griffith che crea situazioni di efficace umorismo e gag surreali, oltre ad una serie di personaggi particolari. Oltre alla protagonista indiscussa della storia, ovvero la pianta sanguisuga, vanno ricordati i bizzarri clienti del fioraio, come il mangiatore di fiori, la madre di Seymour, che non si fida di una moglie troppo in salute per il figlio, il dentista sadico, o il paziente masochista che gode nel farsi togliere qualche dente ogni tanto.

Nel cast troviamo tra protagonisti Mel Welles, nella parte del fioraio Mushnick e Jonathan Haze in quella del giovane Seymour. Da citare naturalmente la piccola parte affidata ad un giovane Jack Nicholson, che interpreta il paziente che si sottopone masochisticamente al trapano di Seymour che ha appena preso il posto del dentista da poco assassinato. Praticamente al suo debutto, il ventitreenne Nicholson (che si fa già notare per il suo ghigno luciferino) proprio da questo film inizierà un sodalizio con Roger Corman, che lo dirigerà anche in altri tre film, tra cui La vergine di cera.

Va detto poi che la pellicola di Corman ha contribuito a popolare anche negli anni successivi un filone di film, non necessariamente a basso costo, ma in cui il grottesco si mescola ai temi dell’horror o della fantascienza, basti pensare a Frankenstein Junior di Mel Brooks, Mars Attacks! di Tim Burton o a esempi di minor qualità ma di grande successo di pubblico, come la serie di Scary Movie o Arac Attack.

Vero e proprio cult movie, La piccola bottega degli orrori venne riproposta in versione musicale come off Broadway (quindi sempre a basso costo), da Howard Ashman e Alan Menken nel 1982, mentre nel 1986 Frank Oz ne realizzò un remake cinematografico con Rick Moranis, Steve Martin, James Belushi e Bill Murray.

 

Titolo originale: The Little Shop of Horrors

Anno: 1960

Paese: USA

Durata: 70

Colore: B/N

Genere: Commedia horror

Regista: Roger Corman

Cast: Jonathan Haze; Mel Welles; Jackie Joseph; Dick Miller; John Herman Shaner; Jack Nicholson.

Valutazione: 3 ½ su 5 – Discreto

Luca Paccusse

commenti
  1. Ciao caro Black, mi fa piacere leggerti anche qui!! 😀

    Ti ringrazio per il commento e per i generosi complimenti al blog! In effetti credo che La piccola bottega degli orrori sia un film che possa sposarsi molto bene con i tuoi interessi cinematografici, certo non è un capolavoro ma resta comunque una pellicola con innumerevoli spunti di interesse, ironica e inquietante al tempo stesso, un cult per definizione!

  2. blackmamba ha detto:

    finalmente ho letto questo articolo, mi incuriosiva molto questo film e la recensione mi ha convinto, appena posso cerco di procurarmelo 🙂

    complimentissimi per il sito, un’atmosfera decisamente di buon gusto ^^

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